Il tax credit per l’industria cinematografica, trattandosi di un’agevolazione di natura sovvenzionale, non è soggetto al limite generale alla compensazione di 700 mila euro annui. A dirlo l’Agenzia delle Entrate.
Con le risposte 152 e 153 del 22 maggio 2019, l’Agenzia delle Entrate si è espressa sulla questione dell’applicabilità al tax credit nel settore cinema del limite generale alla compensazione di 700 mila euro annui. La pronuncia trae spunto dal quesito posto da una società attiva nella gestione delle sale cinematografiche che aveva usufruito del credito d’imposta (previsto dal decreto legislativo 60/1999). Tale possibilità era riconosciuta agli esercenti del settore fino al 31 dicembre 2016. All’utilizzo in compensazione di tale credito si applicava sia il limite generale di 700 mila euro (previsto dal decreto 241/1997), sia quello speciale di di 250 mila euro (previsto della legge 244/2007).
La legge 220/2016 ha, però, ridisciplinato la materia e ha introdotto, a decorrere dal 1° gennaio 2017, sei nuove tipologie di crediti cinema. Tra questi c’è, innanzitutto, un credito d’imposta per le imprese dell’esercizio cinematografico, per le industrie tecniche e di post produzione (credito investimenti). È previsto, poi, un credito d’imposta per il potenziamento dell’offerta cinematografica (credito programmazione). La stessa legge stabilisce che a tali crediti cinema non si applica il limite speciale di 250 mila euro.
In seguito, il decreto ministeriale del 15 marzo 2018 ha previsto che il credito investimenti non può essere autorizzato in misura superiore a 2 milioni di euro annui per ciascuna impresa o gruppo di imprese, mentre il credito programmazione non può essere fruito oltre un ammontare annuo massimo di 4 milioni di euro. Tuttavia, il provvedimento non precisa se alla fruizione delle stesse agevolazioni trova o meno applicazione il limite generale annuale alla compensazione di 700 mila euro.
Nell’affrontare il tema l’Agenzia delle Entrate ha definitivamente chiarito che i bonus fiscali non hanno tetti massimi di utilizzo. “Tale limite – spiega il fisco – non riguarda i crediti d’imposta nascenti dall’applicazione di discipline agevolative sovvenzionali” come sono, appunto, i “crediti cinema” proprio perché per essi è stato istituito un apposito fondo, il Fondo per il cinema e l’audiovisivo, destinato a finanziare le iniziative del settore. In altre parole, questi incentivi sono finanziati con uno stanziamente già iscritto nel bilancio dello Stato e ciò fa venir meno l’esigenza di stabilire soglie massime per la compensazione. Dunque, conclude l’Agenzia, “i medesimi possono essere utilizzati in compensazione anche oltre il limite di 700 mila euro l’anno, essendo soggetti al solo limite delle risorse stanziate nel fondo“.