I ministri europei della Cultura di Francia, Spagna, Germania e Italia sono riusciti a creare una maggioranza per alzare al 30% la quota minima di opere audiovisive europee da imporre ai servizi on demand. Questa è la decisione presa in seguito a una riunione avvenuta il 23 maggio scorso a Bruxelles tra i Ministri della Cultura dei paesi membri. Un’altra conseguenza della risoluzione è che gli stessi servizi dovranno mettere in evidenza sulle loro piattaforme online le opere europee, mediante banner pubblicitari e strumenti di ricerca. I servizi di televisione tradizionale sono inoltre obbligati a riservare a tali prodotti una parte di rilievo dei loro palinsesti e il 10% del tempo di trasmissione alle opere indipendenti.
Il Consiglio europeo ha inoltre discusso la possibilità che i servizi on demand diventino parte attiva nella produzione di film e serie tv europei, anche quando questi si ambientano in territori di altri Stati membri, scegliendo tra un investimento diretto e un contributo ai fondi di sostegno nazionali. La decisione è comunque stata contestata da Paesi Bassi, Danimarca, Svezia, Finlandia e Regno Unito.
È stata inoltre approvata l’estensione della direttiva alle piattaforme di condivisione video e ai social network e in generale a tutti quei servizi che fanno dei contenuti audiovisivi una parte essenziale dell’offerta. Le regole riguardano soprattutto la diffusione di contenuti “nocivi”, quali l’incitamento all’odio, alla discriminazione, alla violenza e al terrorismo.
Infine, riguardo alla comunicazione commerciale, è stato stabilito che film, serie tv e programmi di informazione non potranno essere interrotti più di una volta ogni mezzora e la pubblicità non potrà superare il 20% del tempo di trasmissione, nelle fasce orarie 6-18 e 18-24.
Il testo definitivo della normativa deve essere ora negoziato in trilogo tra Consiglio europeo, Commissione e Parlamento. La procedura avrà inizio nelle prossime settimane.