Paolo Del Brocco interviene su alcuni temi cruciali legati al cinema italiano. L’amministratore delegato di Rai Cinema dedica un’intervento sulle pagine del quotidiano Il Foglio per esprimere il suo pensiero sullo stato di salute e sull’attualità dell’industria cinematografica e sulla distribuzione dei film. Quale destino per il cinema italiano? Per Paolo Del Brocco nessuna apocalisse, è importante invece riconoscere la qualità dei film prodotti in Italia.
“Da mesi -sottolinea Del Brocco – aleggiano diverse opinioni sul destino del cinema italiano, in molti casi contrastanti tra loro. C’è una sorta di previsione apocalittica alternata a un sentimento di noncuranza, come se il cinema fosse sempre quello, destinato a non cambiare o a soccombere da un momento all’altro. Eppure, la qualità dei nostri film, riconosciuta nei festival internazionali più importanti, non raggiungeva dei livelli così alti da decenni”. “In realtà – spiega l’ad di Rai Cinema – per la prima volta nella sua storia, il nostro sistema cinematografico è scosso da turbolenze esterne, legate all’avvento di nuovi operatori e nuovi modelli di fruizione dei contenuti, e da criticità interne ben note e da dover affrontare: una sempre presente stagionalità, una pirateria endemica al comparto e, infine, una contrazione della quota di mercato dei film italiani in sala progressiva e costante da tre anni a questa parte”.
L’esempio più calzante che riguarda l’influenza di operatori esterni sul cinema italiano, in merito anche alla filiera di distribuzione è certamente quello accaduto con Sulla mia pelle, disponibile su Netflix e distribuito in contemporanea in sala. Ecco la riflessione di Del Brocco sul tema: “Che fare dunque Garantire una window esclusiva a protezione della sala per i film italiani non solo significa custodire il senso più profondo del cinema, ma significa anche guardare ad una parte importante dell’economia del comparto. Tuttavia, ostinarsi a perpetuare lo stesso modello per tutti i film, in un momento in cui il mercato è definitivamente cambiato, potrebbe non rappresentare una scelta vincente. Bisogna incominciare a differenziare i prodotti in base a delle collocazioni che permettano ad ogni film di incontrare il proprio pubblico senza lederne il valore”.
Ma l’ad di Rai Cinema individua un altro argomento spinoso per il comparto: “Un altro tema riguarda la generazione più giovane, avulsa in questo momento dal sistema cinematografico classico perché maggiormente coinvolta in prodotti sostitutivi come il gaming o complementari come le serie tv. Per questo pubblico sarebbe possibile creare un cluster definito da parte dell’esercizio per invogliare la visione del film in sala attraverso un prezzo del biglietto ridotto”. Nelle battute finali, Paolo Del Brocco prende posizione: “Il cinema non ha paura dei cambiamenti, lo ha sempre dimostrato, ma un film, per essere tale, non può fare a meno della sala”.