Come sostenere l’inclusione della diversità anche nell’industria cinematografica? Al MIA una prospettiva sulle iniziative a sostegno dell’inclusione a partire dall’esperienza del Regno Unito.
In occasione del panel MIA|Cinema Improving Diversity in Film, organizzato in collaborazione con il BFI-British Film Institute, il British Council, l’Ambasciata Britannica di Roma, sono intervenuti: Elizabeth Karlsen (Producer, Number 9 Films), Nahrein Kemp (Film and TV Executive, Film London), Jennifer Smith (Head of Inclusion, The BFI-British Film Institute), Nish Panchal (agent, Curtis Brown). Nel corso dell’incontro si è sottolineata l’importanza di rappresentare la diversità con l’obiettivo di rendere i prodotti universali, poiché dando spazio anche le minoranze si amplia l’audience potenziale. Infatti, Elizabeth Karlsen (Producer, Number 9 Films) ha evidenziato: “Migliorare la diversità migliora il business. Ci sono così tante storie da raccontare che è necessario rappresentare un’universalità”. Oggi, questo avviene non solo in ambito cinematografico, ma anche televisivo come ricorda Nish Panchal: “La rappresentazione di diversità sia etnica che sessuale viene ormai rappresentata normalmente dalla TV e dal Cinema”. Un’altro elemento da considerare è la tendenza a rappresentare le diversità (etniche, sessuali, sociali, religiose) non solo nei prodotti ambientati nel presente, ma anche in quelli ambientati nel passato (period drama).