Come stanno reagendo i comparti dell’industria audiovisiva all’emergenza del Coronavirus? Tutti i dettagli sugli eventi rimandati e online.
Se, da un lato, la consapevolezza della situazione spinge la maggior parte di produttori, distributori ed esercenti a rinviare o cancellare la partecipazione a mercati e festival, come nel caso della convention di Las Vegas CinemaCon, d’altra parte i team organizzatori di grandi eventi di settore promuovono soluzioni “da remoto”.
È il caso del Thessaloniki Documentary Festival, che ha trasmesso in streaming l’annuale pitching forum dell’Agora Doc Market, dopo il rinvio del Greek film festival; o della piattaforma online Stage32, che invece invita i filmakers ammessi alla conferenza texana South by Southwest, appena cancellata, a fare community con aziende e professionisti iscritti; o, ancora, il Copenhagen International Documentary Film Festival, che sta predisponendo una versione digitale dell’evento.
In generale, si fa spazio l’idea di riprogrammare gli eventi mediatici più significativi in termini di tempi e spazi dedicati, con l’obiettivo però di delineare un nuovo assetto organizzativo per le opportunità che, inevitabilmente, emergono nelle situazioni più stringenti come quella del Coronavirus.
Non mancano, quindi, occasioni di incontro che rafforzano il sistema distributivo e moltiplicano le possibilità di far fronte alla crisi: si comincia a pensare all’organizzazione di webinar, Skype calls, online pitching e virtual market, in sostituzione ai più conosciuti eventi del mondo audiovisivo, o anche semplicemente complementari all’offerta tradizionale.
È il caso, quindi, di conoscere più da vicino le modalità di incontro “a distanza” e i “best cases” in via di aggiornamento che, proprio a causa del Coronavirus, si stanno adoperando per trasformare i propri eventi in occasioni di scambio e partecipazione dai molteplici risvolti. Uno tra tutti: moltiplicare gli effetti delle normali pratiche vis-à-vis, gettando uno sguardo d’intesa alle nuove possibilità offerte dal web.