Sono molti gli operatori e i professionisti del settore audiovisivo che sono intervenuti a Riccione nell’ambito di Ciné per il convegno “Cinema italiano in sala – Come rilanciare un binomio strategico per tutta la filiera, organizzato da Anica, Anec e Anem. L’incontro ha visto la partecipazione di Richard Borg, direttore generale e amministratore delegato di Universal Italia, Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, Gianantonio Furlan, amministratore delegato di IMG Cinema, Giampaolo Letta, vicepresidente e amministratore delegato di Medusa Film, Nicola Maccanico, amministratore delegato di Vision Distribution, Andrea Occhipinti, CEO di Lucky Red e Luciano Stella, CEO di Stella Film del Gruppo Lucisano.
Durante il suo intervento, Giampaolo Letta ha sottolineato l’importanza delle alleanze tra gli operatori, facendo ovviamente riferimento alla partnership avviata con Vision Distribution: “si producono sempre più film che incassano poco e occorre trovare soluzioni che rafforzino il mercato e innovino i modelli della distribuzione, prendendo seriamente in considerazione l’idea di gestire noi il processo. È l’unico modo per attirare nuovamente i giovani, insieme a una politica di riduzione del prezzo permanente sotto i 20 anni e un rinnovo dei locali delle sale”. Gli ha fatto eco Maccanico, che ha parlato di come Vision Distribution sia nata da una logica di rottura, basata sul creare sinergie tra gli operatori, per poi sottolineare l’importanza di conoscere i gusti del pubblico: “in Italia continuiamo a pensare che tutti i film siano generalisti, ma i target di pubblico cambiano a seconda del film. Bisogna conoscere questo target e fare attenzione alle campagne di promozione”.
Anche Richard Borg ha posto l’accento sulla promozione dei film: “il pubblico in Italia si allontana dai cinema, in controtendenza rispetto a quanto avviene nel resto del mondo. La soluzione potrebbe essere rinnovare la rete dei festival e dei premi che dovrebbero aiutare la gente a conoscere i film. Ci sono troppi festival ma i film premiati non li conosce nessuno e sono legati all’industria, non al grande pubblico”
“I tre temi centrali su cui bisogna lavorare” ha detto Del Brocco, “sono legati alla mancanza di pubblico: la fascia 14-18 anni costituiva prima il pubblico forte della commedia, ma anche quel genere in questo momento è in fase di stanca. Dobbiamo rieducare i giovani a un certo tipo di proposta. In secondo luogo, anche la fascia 40-60 è debole, in questo caso per la mancanza di sale adeguate. Infine, c’è il problema della provincia, dove non ci sono sale e di conseguenza non c’è pubblico. Bisogna far tornare di moda andare al cinema”.
Anche Luciano Stella ha posto al centro della sua riflessione lo spettatore, “dimenticato dall’industria: le storie sono ripetitive, c’è una sovrapposizione eccessiva del cast. Bisogna fare più indagini sui gusti degli spettatori, non offrire loro una formula fissa di film di genere, perché il rischio è produrre film ad altissimo budget che non incassano”.
Andrea Occhipinti (in foto) ha poi sottolineato il tema del dialogo tra produttori e autori: “In Italia questo dialogo è difficile, molto più che all’estero. Anche per quanto riguarda i festival, il problema è che gli autori percepiscono la proiezione al festival come un punto di arrivo e non di partenza, e prestano poca attenzione a ciò che avviene in sala. È inevitabile che il cinema di qualità rimanga quindi confinato in una cerchia di addetti ai lavori”
Infine Furlan ha parlato dell’urgenza, per il settore, di fare fronte comune con “l’unico obiettivo di portare pubblico al cinema. Questo passa per la costruzione di nuove sale, innovare storie e cast dei film sempre più ripetitivi e comprendere i gusti degli spettatori. È l’unica maniera per uscire da questo clima di incertezza”.